Comune di pianura, di cui si hanno notizie dal periodo medioevale e le cui principali attività economiche sono concentrate nei settori primario e secondario.
Gli spinadeschesi, il cui indice di vecchiaia è elevato, risiedono tutti nel capoluogo comunale, che presenta i caratteri dell'espansione edilizia.
Circondato da boschi di pioppi, il territorio, dal profilo geometrico regolare e con variazioni altimetriche quasi irrilevanti, si estende lungo un terreno a forte pendenza presso una rientranza che il fiume Po ha creato nel corso dei secoli.
Il centro abitato, la cui pianta è di forma allungata, ha un andamento plano-altimetrico decisamente pianeggiante.
Nello stemma comunale partito, concesso con Decreto del 1952, si raffigurano in campo troncato di azzurro e d'oro, un leone in posizione rampante e un castello di pietra, merlato alla ghibellina e con corona posto a risaltare su sfondo argenteo.
Il nome potrebbe trarre origine dalle caratteristiche del territorio che, essendo così prossimo al Po, doveva essere ricoperto nel passato da una selva inestricabile di vegetazione fluviale: potrebbe derivare da "Spinada", da intendere come 'siepe di spini'. La sua esistenza è attestata dall'epoca medievale; vi si stabilì Cabrino Fondulo, che con l'aiuto di Ugolino Cavalcabò (signore di Cremona, per un breve periodo), fu in grado di fondare un piccolo feudo; non pago di ciò, in seguito ordì un tranello (perpetrato nel castello di Maccastorna) nel quale caddero il suo protettore insieme con la famiglia: in questo modo riuscì ad ottenere il dominio su Cremona. Agli inizi del XV secolo il conte di Carmagnola ricevette dai Visconti l'ordine di invaderla e dopo poco lo stesso Fondulo la cedette ai Visconti per 40.000 fiorini d'oro. Agli inizi del XVI secolo subì devastazioni ad opera di soldataglie spagnole, francesi e lanzichenecche. Il campo detto delle corse fu teatro della reazione popolare ai soprusi, in ricordo della quale venne eretta una cappella. Al suo patrimonio storico-artistico appartiene la chiesa parrocchiale, dedicata a San Martino di Tours ed edificata nel XV secolo, nei pressi di una cappella del Duecento. La costruzione, più volte rimaneggiata e restaurata, ha una facciata progettata dall'architetto Venturini, nel 1909; all'interno si conservano alcune pregevoli opere d'arte, tra le quali una "Madonna del Rosario con Santi e fedeli", che risale alla seconda metà del XVI secolo.